Edy Tamajo, la bestia elettorale: una breve intervista


Testo e foto di Francesco Cipriano


Sembra sereno, Edmondo Tamajo chiamato Edy, come di chi si è scrollato qualche preoccupazione di dosso. Più che sereno, soddisfatto. D’altronde quando hai appena ricevuto 122.000 voti che ti hanno garantito un seggio a Strasburgo ma anche un nuovo peso all’interno del partito, è del tutto plausibile essere sereni e soddisfatti.

Edy Tamajo, 48 anni, da ragazzo era un calciatore dilettante, ma un giorno appese le scarpe al chiodo per indossare giacca e cravatta e buttarsi in politica. Una passione ereditata dal padre Aristide, democristiano, anche lui in politica. Un percorso durato anni, costruito relazione su relazione, conoscenza su conoscenza, fino a diventare consigliere comunale a Palermo tra le file dell’UDC da cui migrerà poi al gruppo misto. Nel 2012 la candidatura all’ARS con Grande Sud di Gianfranco Miccichè, ma dopo essere stato eletto con 5000 voti passa al “Megafono” di Rosario Crocetta per avvicinarsi poi all’area renziana in Sicilia rappresentata da Davide Farone. Infine il ritorno nel suo campo, il centrodestra, con cui si ricandida all’ARS nel 2017 tra le fila di Sicilia Futura in sostegno di Fabrizio Micari: questa volta i voti sono 14 mila. Lasciatosi alle spalle un’indagine su presunti voti di scambio, nel 2022 si candida per la terza volta a Sala d’Ercole, questa volta con Forza Italia: i voti sono oltre 21 mila. Ha ottenuto da solo più voti della lista della Lega, tant’è che la Repubblica lo aveva definito “un partito dentro il partito”. Un risultato che lo porta a sedersi direttamente in Giunta, nominato Assessore alle attività produttive da Renato Schifani.

Ma nonostante sia il prediletto del Presidente della Regione Sicilia, all’interno di Forza Italia Tamajo non ottiene il peso che vorrebbe: nei mesi scorsi viene prima escluso dalla direzione nazionale del partito e lasciato in panchina, poi gli viene chiesto di vestire la maglia di Forza Italia e scendere in campo per le europee da ultimo in lista. Perché a Forza Italia i suoi voti servono.

Mediano all’interno del partito, attaccante in campagna elettorale: Tamajo è una bestia elettorale, un politico che negli anni ha saputo costruirsi una rete di relazioni e conoscenze grazie alla sua presenza sul territorio.

I suoi avversari ammutoliscono dinanzi ai suoi risultati e in lui riconoscono una dote fondamentale in politica, ovvero la capacità di ricordarsi visi e nomi, anche a distanza di anni. Una qualità molto apprezzata dal popolo votante.

Io Tamajo l’ho conosciuto due anni fa ma lui ieri non mi ha riconosciuto: d’altronde non sono un suo elettore, quindi ci può anche stare.

Ieri sera è comparso a Cinisi, dove ha fatto una veloce capatina in conclusione dei festeggiamenti per l’elezione a sindaca di Vera Abbate.

Tamajo appoggiava già Leo Biundo, ritiratosi dalla competizione elettorale in seguito all’arresto del suocero; con lui si erano ritirati sette consiglieri, ma i restanti hanno assicurato alla candidatura di Vera Abbate il sostegno dell’assessore regionale. E dopo aver festeggiato a Mondello il risultato delle elezioni europee, ben 122.000 voti che gli serviranno a ricalibrare il suo peso all’interno di Forza Italia, il recordman delle preferenze viene a festeggiare la prima donna eletta sindaca di Cinisi.

I due si abbracciano mentre dalle casse giunge la voce di Freddy Mercury che intona “We are the champions”. Tamajo veste i panni del direttore d’orchestra e agita le mani in aria come a dirigere il pubblico, che a sua volta risponde cantando il celebre brano dei Queen: “We are the champions, my friends…”.

Tra il pubblico sgolante pochi campioni, ma molti my friends.

Vera Abbate lo ringrazia e si dice certa del suo impegno per Cinisi. Tamajo si premura di chiedere un applauso per Leo Biundo, ringrazia il pubblico e torna a farsi un bagno di folla.

Allora sono vasate, pacche sulle spalle e decine di selfie.

Abbronzato, capelli tirati all’indietro grazie a un’abbondante dose di gel, indossa mocassini, polo e pantaloni blu con risvoltini che gli lasciano scoperte le caviglie: lo stile è fighetto ma l’animo è popolano.

Tamajo in mezzo alla gente è come un pesce nell’oceano, sebbene dia la sensazione di aspirare agli ambienti elitari degli acquari.

Quattro domande al volo: una breve intervista

Gli faccio quattro domande al volo prima che se ne vada.

Nei comuni della provincia è stato il primo degli eletti. Quale sarà il suo impegno per le comunità del comprensorio?

Continuerò a fare quello che ho sempre fatto: presenza sul territorio, prudenza, continuo raccordo con le cariche istituzionali locali, con il mondo della società civile, con il mondo produttivo. Stiamo facendo una serie di cose, tra cui a Carini dove verrà realizzata la nuova area industriale. Continuerò a fare quello che ho fatto prima.

Rinuncerà al seggio di Strasburgo?

Questo sarà un ragionamento che farò con Schifani e con Tajani nei prossimi giorni, vedremo cosa fare. Sicuramente farò la scelta più utile al partito per potere crescere.

In questa tornata elettorale ha stracciato i suoi avversari interni e ha dimostrato il suo peso elettorale. Lo userà in Forza Italia per avere ciò che le spetta o migrerà altrove?

Il mio partito è Forza Italia, credo tantissimo in Forza Italia, da anni stiamo costruendo questo progetto: grazie all’inserimento dei centristi, dei moderati e dei liberali come noi, siamo diventati il primo partito a Palermo e oggi alle Europee siamo diventati il primo partito in Sicilia. Per cui Forza Italia tutta la vita.

A proposito dell’Irsap e del rifacimento della zona industriale: rispetterete le tempistiche che avete dato?

Dovremo modificare un decreto e subito fare la gara. Secondo me passeranno circa due-tre mesi.

La zona industriale di Carini

Solo un mese fa, in piena campagna elettorale, Tamajo aveva annunciato l’imminente sblocco degli oltre 8 milioni di euro per la riqualificazione della area industriale di Carini: le buche della zona industriale si erano improvvisamente riempite di brodo di giuggiole con gli industriali che ci sguazzavano dentro. Il sindaco di Carini Giovì Monteleone lo aveva criticato accusandolo di fare propaganda elettorale: d’altronde, affermava Monteleone, lo scorso settembre era stato annunciato il via ai lavori.

Ma Tamajo aveva fatto un piccolo miracolo elettorale: dalla Zes unica alle dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri era arrivato l’ok affinché l’Irsap (un carrozzone alle dipendenze dell’Assessorato presieduto proprio da Tamajo) facesse da stazione appaltante.

A seguire era stato organizzato un tavolo tecnico tra Irsap e Comune di Carini in cui l’Ingegnere Piero Re aveva annunciato le seguenti tempistiche: aggiornamento del prezziario entro il 16 giugno, a cui sarebbe dovuta seguire una conferenza dei servizi e da quel momento altri due mesi per indire la gara d’appalto.

Sono passate 24 ore dalle elezioni, la campagna elettorale è conclusa e si ritorna alla normalità: mancano 4 giorni al 16 giugno, data limite per l’aggiornamento del prezziario, tappa necessaria per convocare la conferenza dei servizi e quindi indire la gara d’appalto, che secondo Tamajo è prevista tra agosto e settembre.

Sarà un’estate di fuoco e di sudore per i funzionari dell’Irsap, se vorranno mantenere le promesse del loro Assessore.


Indietro
Indietro

CARINI - Auto rubata si ribalta dopo inseguimento dei Carabinieri: arrestati i due ladri

Avanti
Avanti

CINISI - Vera Abbate vince le elezioni : è la prima donna sindaca del paese