Il progetto del forno crematorio al cimitero di Terrasini
Scritto da Francesco Cipriano
18 febbraio 2025
Un forno crematorio nel cimitero di Terrasini: è questo il progetto che questa sera sarà discusso e votato in Consiglio comunale.
A parlarne pubblicamente su Facebook venerdì scorso è stata la consigliera di opposizione del PD Chiara Baiamonte, scatenando decine di commenti di cittadini che hanno aspramente criticato il progetto e sollevato perplessità circa l’opportunità di avere un forno crematorio a ridosso del centro abitato.
Un progetto di importanza prioritaria e strategica per l’Amministrazione comunale, che lo avrebbe inserito nel DUP (Documento Unico di Programmazione) e nel PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione).
Del forno crematorio a Terrasini, di cui si era già discusso nel 2017 e nel 2022, non si era saputo più nulla.
Il progetto prevede un Partenariato Pubblico Privato realizzato tramite Project Financing. A proporre il progetto - e a finanziarlo in caso di voto favorevole - sarà la Ecofarma con sede a Carini.
ECOFARMA
La Ecofarma S.r.l. è una società che si occupa dello smaltimento di rifiuti industriali pericolosi e sanitari, offrendo servizi di incenerimento, progettazione di impianti per il trattamento e recupero dei rifiuti, e consulenza nella gestione di rifiuti pericolosi e ospedalieri.
La società opera principalmente in Sicilia, dove detiene la quasi totalità del mercato della zona occidentale, ma ha avviato anche collaborazioni con il Centro-sud Italia. Ecofarma sta investendo per aumentare la capacità produttiva e servire un'area più ampia, con particolare attenzione alle zone industriali siciliane, come quella di Carini.
La società, guidata dall’amministratore unico Ing. Giuseppe Baio, ha una ventina di dipendenti e un capitale sociale nel 2025 di 700.000 euro.
ll fatturato degli ultimi tre anni è stato in crescita: € 2.732.813 nel 2020, € 3.081.403 nel 2021, e € 3.500.203 nel 2022; nel 2023 ha avuto un fatturato di € 2.258.810,00 e un utile di € 133.227,00.
Poche informazioni in rete, tranne due notizie del 2017 e del 2022 quando dall’inceneritore di Carini sono divampati incendi presto domati dai Vigili del Fuoco; in entrambi i casi i rilievi dell’Arpa non avrebbero rilevato nessun inquinamento ambientale.
I NUMERI DEL CREMATORIO DI TERRASINI
La potenzialità dell'impianto prevista per il crematorio di Terrasini è la seguente:
Durata cremazione: 90 minuti (prima cremazione)
Orario di Apertura 8:00 – 20:00
Cremazioni totali giornaliere: 8
Giorni di apertura settimanali: Lunedì - Venerdì /Sabato (orario ridotto)
Totale Cremazioni settimanali: 44
Cremazioni in un anno: 2.190
Linee di Cremazione: 1
Il crematorio nel Cimitero di Terrasini risponderebbe alle esigenze di cremazione non solo della provincia di Palermo, ma anche di quelle limitrofe, come Trapani, Agrigento e Caltanissetta, fino ad arrivare a Messina.
Nel primo anno, il crematorio di Terrasini potrebbe arrivare a 1.100-1.200 cremazioni, con un potenziale di crescita che, nel lungo periodo, potrebbe coprire circa 2.200 cremazioni annue su una domanda a livello regionale di 3.800 cremazioni.
Il crematorio di Terrasini coprirebbe dunque quasi un terzo delle cremazioni regionali.
PREVISIONI DI COSTI E FATTURATO
Costi
L’investimento complessivo previsto da parte di Ecofarma ammonta a 1.470.560 euro (oltre IVA). La copertura finanziaria per la realizzazione del tempio e il leasing del forno sarà garantita per € 500.000,00 dal capitale proprio della società, oltre all’utilizzo di un mutuo bancario di € 800.000,00.
Sono previsti due investimenti successivi - al decimo e ventesimo anno di attività (per l’ammodernamento dell’impianto, da consegnare allo scadere della concessione al Comune), rispettivamente pari ad € 200mila ed € 250mila.
Fatturato
Le previsioni indicano in 26.888.956 euro il fatturato generato dal forno crematorio durante la concessione trentennale: se nel primo anno sono previste entrate per 505 mila euro, queste cresceranno fino a raggiungere il milione di euro annuo nel 2044, per assestarsi nel 2054 - ultimo anno della concessione - sulla cifra di 1.362.657 euro.
Secondo lo studio di fattibilità allegato agli atti, Ecofarma sarà in perdita di € 450 mila per i primi 8 anni, poi assorbite entro il 18° anno. Durante gli anni successivi la società conseguirebbe utili netti per un totale di € 2.009.444.
ROYALTIES Al COMUNE E SCONTO PER RESIDENTI
Incerte le royalties che spetterebbero al Comune di Terrasini: in alcuni documenti si fa riferimento a un 3%, in altri a un 3,5%, che Ecofarma dovrà versare ogni anno al Comune concessionario.
Calcolando il 3,5% su periodo trentennale, il Comune di Terrasini dovrebbe incassare la cifra di 941.110 euro.
Per i residenti del Comune di Terrasini sarà garantita una riduzione del 20% sulle tariffe.
Nel caso di istituzione di una tassa di ingresso e/o diritto fisso per il transito dei feretri destinati alla cremazione (al momento non contemplato dagli accordi) al Comune spetterà il 50% della tassa e alla società il restante 50%.
PENALI
L’accordo prevede penali in caso di ritardi nella realizzazione delle opere previste. Se il concessionario dovesse tardare, per cause a lui imputabili, nella progettazione o nell’esecuzione dei lavori rispetto al cronoprogramma, sarà soggetto a una penale giornaliera pari all’1‰ o all’1% del valore delle opere coinvolte, fino a un massimo del 10% del costo complessivo. Lo stesso meccanismo si applica nel caso in cui i ritardi siano invece dovuti al concedente, ovvero il Comune di Terrasini, che sarà tenuto a risarcire il concessionario con identiche percentuali.
LE DISTANZE
A sollevare la polemica sul rispetto delle distanze del cimitero di Terrasini - dove avrà sede il forno crematorio - è la consigliera Baiamonte:
“Non è vero quello che dice la ditta, che si tratta di un impianto realizzato in una zona periferica. Forse si trattava di una zona periferica 70 o 80 anni fa, ma oggi il cimitero comunale è in pieno centro abitato”. Arrivando a chiedere agli Amministratori se questi abbiano davvero letto la relazione.
In effetti, basta controllare Google Maps per rendersi conto che il cimitero è a ridosso del centro abitato: il campo sportivo confina con il cimitero, mentre entro i 200 metri si trovano abitazioni civili, un B&B, un supermercato, un noto birrificio locale, un negozio di formaggi. E a soli 450 metri una scuola.
I FORNI CREMATORI INQUINANO?
La relazione ambientale allegata agli atti non evidenzia particolari problematiche relative all’impatto ecologico, eppure sono diversi i pareri contrastanti.
Il Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato, sez. IV, nella sent. 3 gennaio 2022, n. 14, ha affermato che “È fatto notorio nell’ambito della specifica professionalità che i forni crematori con il loro funzionamento producono emissioni inquinanti, costituite in particolare da polveri, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti, tra cui il mercurio sovente presente nelle otturazioni dentarie. Con tutto il rispetto che l’etica impone per quelle che comunque sono le spoglie mortali di un essere umano, non si può allora negare che questo tipo di emissioni sia in termini chimico fisici del tutto identico a quello prodotto appunto dagli inceneritori […].”.
Il parere dei Medici per l’Ambiente
Un parere simile si trova nel position paper dell’ Associazione Italiana Medici per l’Ambiente - International Society of Doctors for Environment (ISDE), in cui si legge che i forni crematori presentano diverse problematiche, tra cui:
Consumo energetico e impatto climatico: richiedono molta energia, spesso proveniente da fonti non rinnovabili, contribuendo così alle emissioni di gas serra, come l'NOx, che è molto più dannoso della CO2.
Inquinamento del suolo e delle acque: le ceneri della cremazione possono contenere sostanze tossiche, che se smaltite in modo errato, possono contaminare il suolo e le falde acquifere.
Impatto economico e ambientale: la presenza di un crematorio può influire negativamente sul valore degli immobili circostanti, in particolare quelli residenziali.
Inoltre, durante il processo vengono prodotti rifiuti speciali, come polveri, fanghi e filtri, che devono essere smaltiti correttamente in discariche autorizzate.
TURISMO VACANZIERO O MORTUARIO?
A destare preoccupazione, oltre all’impatto ambientale e della salute, è la ricaduta sul turismo. Terrasini infatti negli ultimi anni ha puntato tutto sul turismo estivo, un settore che potrebbe subire serie ripercussioni dovute alla presenza di un crematorio.
La critica che muove la consigliera Baiamonte riguarda anche la scelta dell’Amministrazione Maniaci di non consultare le parti politiche, sociali ed economiche del territorio, come associazioni e imprenditori.
“Ci turba e ci fa paura l’impatto sul turismo. Come si può conciliare il turismo con la presenza di un inceneritore vicinissimo alle attività di B&B che insistono nel nostro territorio?” chiede infine la consigliera Baiamonte, che conclude:
“Quello a cui aspiriamo è un turismo vacanziero o è un turismo mortuario?”