L’imprenditore di Terrasini che commissionò l’omicidio del figlio


Scritto da Francesco Cipriano

12 febbraio 2025


L’ operazione antimafia di ieri - oltre 180 arresti tra Palermo e provincia - ha portato alla luce una vicenda inquietante: un imprenditore edile di Terrasini avrebbe commissionato prima l’omicidio e poi il pestaggio e il rapimento di suo figlio. I fatti risalgono allo scorso aprile 2024

L’imprenditore, ben inserito nel tessuto economico locale, non riusciva più a gestire la situazione familiare. Il figlio, tossicodipendente e noto per comportamenti violenti e problematici, aveva più volte distrutto oggetti in casa e minacciato i genitori. Il padre aveva allora deciso di rivolgersi a esponenti della criminalità organizzata per trovare una soluzione definitiva.

Dopo un primo incontro con un intermediario, arrestato ieri con l’accusa di far parte di Cosa Nostra, sono state discusse diverse opzioni. Inizialmente l’imprenditore avrebbe addirittura commissionato l’omicidio di suo figlio. La richiesta di eliminare il giovane è stata scartata dal presunto esponente di Cosa Nostra, il quale ha suggerito soluzioni alternative: una gambizzazione (l’esplosione di colpi di arma da fuoco sulle gambe della vittima), che avrebbe costretto il ragazzo all'immobilità per almeno quaranta giorni; oppure il pestaggio, il rapimento e la reclusione forzata in un luogo isolato. Durante l’incontro, il padre si è detto disposto a pagare una somma consistente per risolvere il problema, specificando di non voler essere presente durante l’esecuzione dell’azione punitiva.

La madre del giovane - a cui non erano state rivelate le reali intenzioni del marito, ovvero l’assassinio del figlio - era comunque consapevole che il ragazzo sarebbe stato picchiato e rapito.

L’uomo accusato di far parte di Cosa Nostra aveva quindi scelto gli esecutori, due uomini legati alla criminalità locale anche attraverso vincoli di parentela, che hanno pianificato l’operazione nei minimi dettagli. L’obiettivo era sorprendere il giovane nella propria abitazione di Terrasini, approfittando di un momento di vulnerabilità, per poi immobilizzarlo e portarlo via. In cambio del loro intervento, gli organizzatori avrebbero ricevuto dal padre del ragazzo un pagamento di 10.000 euro.

Tuttavia, le forze dell’ordine, che già monitoravano gli individui coinvolti, sono riuscite a intervenire prima che il piano venisse messo in atto. Tre giorni dopo i primi accordi, il ragazzo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia. Il carcere, paradossalmente, ha finito per salvarlo dal rapimento e dal pestaggio organizzato da suo padre.


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