In ricordo di Padre Speciale, il maestro di scuola


Scritto da Marco Giliberti


Apprendo adesso della dipartita di Padre Speciale, figura alla quale sono sempre stato affezionato perché, se oggi sono un appassionato della lingua italiana, della sua grammatica e della sua scrittura, lo devo non soltanto alla mia famiglia di provenienza ma anche ai suoi insegnamenti da maestro di italiano alla scuola elementare.

Era rigoroso: ti faceva andare in profondità col ragionamento, con la ricerca dei significati, caricava di frasi di analisi logica e grammaticale come solo qualcuno della vecchia scuola del seminario avrebbe potuto fare. Era dolcissimo e ci responsabilizzava allo stesso tempo: valorizzava ogni anima di quella classe, ci chiedeva di essere autonomi riguardo alle uscite per andare in bagno e di non chiedere quindi il permesso.

Con me era particolarmente buono perché faceva finta di non accorgersi che io non prendevo nota dei compiti, assegnati sotto dettatura di enormi frasi da analizzare a casa, gli bastava di fatto il lavoro che svolgevo in classe e rispettava il mio bisogno di non voler spendere il pomeriggio a fare compiti quando già appartenevo al gruppo, ristretto, dei bravi. I suoi metodi oggi risulterebbero anticonvenzionali, ma lui aveva del gran talento come maestro di scuola.

Ricordo tratti di una poesia che ci fece comporre in gruppo e che è rimasta nella memoria di diversi compagni, tale era l'entusiasmo all'epoca. Con la composizione di questo testo ci fece scoprire un'identità di gruppo in una classe dove non esistevano barriere e misure del talento, in netto contrasto con le maestre della porta accanto ed i loro assurdi diagrammi affissi al muro dove noi alunni segnavamo in prima persona e davanti a tutta la classe i risultati di interrogazioni e verifiche... La poesia: "La maestra C... si è arrabbiata poverina, i suoi alunni somarelli non imparano la tabellina. Il maestro Raffaele è sempre dolce come il miele ecc... Ecc...

E quindi caro maestro, non sono diventato un prete come volevi tu, ma l'italiano lo mastico bene e ne traggo quotidianamente grande gioia, te ne ho riconosciuto più volte il merito quando eri in vita e non smetterò mai di ricordarlo.

Buon viaggio verso quei lidi che da religioso pretendevi di conoscere.

Che la terra ti sia lieve.


Indietro
Indietro

CINISI - Consiglio comunale e polemiche

Avanti
Avanti

Sindaca e Presidente del Consiglio di Cinisi in visita a Chicago