Un podio tutto Vitale - La Kickboxing mondiale è cinisara


Scritto da Vanessa Leone


Sfacciato e sicuro lui, timida e pacata lei. Lui che fa studi tecnici e sa già che strada percorrere, lei col dizionario di latino e tanti dubbi sul futuro.

Ma sono fratello e sorella e hanno la stessa sana passione: la Kickboxing.

Cesare e Matilde, rispettivamente classe 2006 e 2009, iniziano a muovere i primi passi nel mondo della kick a soli 6 anni: lui per caso e lei sulle orme del fratello, per togliersi di dosso quella corazza che la faceva rimanere attaccata alla gonna di mamma Stefania.

Oggi sono campioni mondiali: secondo posto per lui, cintura nera primo dan, e primo posto per lei, cintura blu a Massa Carrara.

"La Kickboxing non è un' arte marziale, ma non è neanche una rissa sregolata come spesso si pensa, ma uno sport da combattimento che nasce negli States e mescola l'uso dei pugni della box con quello dei calci del taekwondo" precisa Cesare.

Gareggiano nella Federazione WTKA grazie all'impegno e alla dedizione del Maestro Roberto Cucchiara e alla disponibilità e partecipazione di papà Giuseppe, che per stare al fianco dei propri figli si è formato come arbitro e segue così i ragazzi anche con occhio esperto.

È un raro caso in cui i figli trasmettono una passione ai genitori: quel lasciarli liberi di scegliere porta frutti inaspettati!

E se a Cesare questo sport ha insegnato la disciplina, il sacrificio e il senso della sana competizione, per la dolce (ma fortissima) Matilde la kick ha rappresentato una chiave per aprire le porte del mondo, tirando fuori la sicurezza e la faccia per poter stare in gruppo.

E in entrambi, lo si coglie ascoltandoli parlare nell'accogliente salotto di casa loro, si possono cogliere le forgiature di chi ha imparato a superare i propri limiti e a controllare i propri istinti, qualsiasi essi siano.

"Ogni incontro inizia e finisce con un saluto" sottolinea papà Giuseppe, tenendo a precisare che la Kickboxing infonde negli atleti la consapevolezza che la competizione esiste solo nei confini del tatami, fuori dal quale ognuno torna a essere la persona che è.

"Veniamo abituati a non usare mai e per nessun motivo le tecniche della kick per attaccare qualcuno fuori dal campo di gara, a meno che non sia necessario difendersi" dice Cesare, che sogna di arrivare sempre più in alto nello sport e nella vita.

Grandi ambizioni quindi, possibili solo grazie ai sacrifici dei ragazzi, costretti a organizzarsi per ottenere ottimi risultati sia nello sport che a scuola, ma anche da parte dei genitori che sostengono economicamente e logisticamente ogni spostamento dei piccoli grandi campioni.

La chiacchierata con i Vitale si fa sempre più ricca di dettagli e dichiarazioni da parte loro, e i termini tecnici delle prime battute lasciano spazio a filosofie di vita che facilmente si prestano a essere cucite addosso a chiunque: non c'è attacco né difesa, ma tanto studio dell' avversario per prevedere le sue mosse.

E così due giovani fratelli di Cinisi ci lasciano sperare che il futuro è in buone mani se lo affidiamo a chi usa la testa prima di sferrare un pugno.


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