CARINI - Stato di agitazione alla Newcoop Don Milani di Carini: sciopero dei lavoratori per il licenziamento di un sindacalista

I lavoratori della Newcoop Don Milani, azienda che gestisce la logistica per Conad, hanno proclamato lo stato di agitazione con l’interruzione dello straordinario e del lavoro nei giorni festivi. La decisione è stata presa dall’assemblea dei lavoratori, riunitasi per discutere di sicurezza, organizzazione del lavoro e sanzioni disciplinari, tra cui il recente licenziamento di un rappresentante della Filt Cgil Palermo e la sospensione di altri cinque lavoratori.

La vertenza, che va avanti dall’inizio di agosto, ha visto la partecipazione dei vertici sindacali, tra cui Fabio Lo Monaco, segretario generale Filt Cgil Palermo, Mario Ridulfo, segretario generale Cgil Palermo, e Alessandro Grasso, segretario generale Filt Cgil Sicilia. Il sindacato ha indetto un pacchetto di 24 ore di sciopero, con una prima giornata prevista per lunedì, dalle 6 alle 13, con un presidio ai cancelli dell'azienda.

I rapporti tra azienda e lavoratori si sono deteriorati dopo la richiesta di turni aggiuntivi durante l’estate, periodo in cui le alte temperature nei capannoni hanno sollevato problemi di tutela della salute. In risposta alle obiezioni sollevate dalla Rsa della Filt Cgil Palermo, l’azienda ha contestato un atteggiamento aggressivo del rappresentante sindacale e ha proceduto al suo licenziamento, oltre a sospendere per un giorno altri 5 lavoratori.

Dopo un tentativo di mediazione fallito le parti non hanno trovato un accordo.

“Chiediamo all’azienda di tornare sui propri passi e di ritirare i provvedimenti, al fine di riaprire un confronto sindacale – dichiarano i segretari sindacali Fabio Lo Monaco, Domenico Seminara, Mario Ridulfo e Dario Fazzese –. Se l’azienda pensa di essersi liberata da questo lavoratore, sappia che continuerà a svolgere attività sindacale sia dentro che fuori l’azienda.”

Il post del sindacalista licenziato, Francesco Loria

Questo il messaggio che Francesco Loria, sindacalista della Filt CGIL, ha diramato attraverso il suo profilo Facebook:

“Sono stato licenziato perché ritenuto un sindacalista scomodo, perché sono considerato un costo eccessivo per l’azienda, perché ho tutelato i lavoratori denunciando turni di straordinario incessanti e cicli di lavoro settimanali di 7 giorni su 7, senza possibilità di recuperare le energie psicofisiche. Sono stato licenziato perché non ho più tollerato che i miei compagni di lavoro fossero costretti a lavorare in condizioni disumane, in un contesto microclimatico severo. Non si possono sollevare pesi con temperature fuori controllo dentro magazzini che gestiscono alimenti che, specie nelle estati siciliane, diventano forni con tassi di umidità che sfiorano il 90% e tagliano il respiro. Con gli indumenti zuppi di sudore, piegati sulle ginocchia a cumulare colli sui pallet, non è umano e non è degno di essere chiamato lavoro, ma solo sfruttamento.

Sono stato licenziato perché ho denunciato al mio responsabile di impianto condizioni di lavoro insostenibili. Ormai sono di dominio pubblico le condizioni di lavoro nella filiera nazionale della logistica della grande distribuzione organizzata, dove la deroga sulle contrattazioni nazionali è la regola, dove le condizioni di lavoro sono troppo precarie e dove troppo spesso la criminalità organizzata orbita intorno ad appalti e subappalti. Il licenziamento in questa terra solare e disgraziata come la Sicilia, e come in tutto il resto del nostro sud Italia, assume contorni di puro smarrimento per chi lo subisce. In una terra dove il clientelismo in tutte le sue forme detta metodo e tempi, reverenze e servitù, le persone che non accettano il bavaglio restano spesso isolate.

Questo licenziamento ha tutto il sapore di un bavaglio all’azione sindacale e vuole rimettere a posto tutti i lavoratori che hanno tentato di alzare la testa. In Newcoop, l’azienda che ha emanato il mio licenziamento, molti anni fa nacque il collettivo di fabbrica “100 passi nella logistica”, un collettivo di lavoratori che ha deciso di lavorare e pensare dentro un perimetro di legalità e rispetto delle condizioni lavorative nella logistica in generale. Un faro di speranza per tanti altri lavoratori siciliani ostaggio di dinamiche aziendali penalizzanti e fortemente compromesse dalla gestione padronale.

Noi sindacalisti possiamo negoziare condizioni migliorative nel quadro salariale, ma non possiamo negoziare o andare in deroga ai principi di tutela della salute e della sicurezza di ogni singolo lavoratore. Non possiamo minimamente pensare di abbassare la guardia davanti a temi importanti come la sicurezza, davanti a tante morti sul lavoro che ormai in Italia riempiono le pagine di cronaca quotidianamente. Non possiamo stare zitti davanti a criticità che compromettono la salute dei lavoratori, mandandoli verso un futuro incerto con conseguenze anche gravi nel lungo periodo.

Se questo licenziamento ha come obiettivo intimorire i lavoratori della Newcoop e mandare un segnale forte a tutti i lavoratori impiegati nel settore, allora io vi dico: avete soffiato sul fuoco delle idee e dei principi che hanno fortificato in questi anni tutti i lavoratori che ancora oggi sognano una terra libera dal compromesso, dal clientelismo e dal ricatto. Quel fuoco sarà un incendio di riscatto.

W la Filt CGIL”

La solidarietà di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato

“Come Casa Memoria Impastato diamo la nostra solidarietà e sostegno a Francesco Loria che è stato ingiustamente licenziato. Francesco è un delegato sindacale della Cgil Palermo, ambientalista, antifascista, da sempre vicino alle idee di Peppino Impastato e alla nostra storia, impegnato in tante battaglie importanti in difesa dei lavoratori e del nostro territorio (in particolar modo per la salvaguardia della baia di San Cataldo a Terrasini).

Aderiamo allo sciopero e alle iniziative indette dall’assemblea Filt-Cgil di Palermo alla newcoop, azienda della logistica nell'area industriale di Carini.

Francesco è un sindacalista scomodo che si batte per i diritti dei lavoratori e per i diritti umani più in generale, aveva denunciato i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori della sua azienda, riteniamo inaccettabile il suo licenziamento.

Francesco non sei solo, anche Casa Memoria Impastato è con te!”


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