Cinisi, 1946: ritrovati cadaveri in tre pozzi, una donna fatta a pezzi
Tre pozzi, tre cadaveri, un mistero dimenticato dal 1946: Compaesano riapre il caso per restituire un nome e una storia alle vittime di una vicenda scomparsa dalla memoria collettiva.
Scritto da Francesco Cipriano
15 aprile 2025
Tre omicidi, tre cadaveri ritrovati in tre pozzi da tre contadini, tra cui una donna orrendamente smembrata: è quanto ha scoperto Compaesano durante delle ricerche di archivio.
La storia venne raccontata da Il Corriere Italiano del 28 maggio 1946. Quasi 80 anni in cui di questa storia sembrerebbe essersi persa memoria.
Primo pozzo
Inizia così l’articolo del 1946:
“L’agricoltore Damiano Mannino, transitando per una stradella a poche centinaia di metri dall’abitato, notava delle tracce di sangue che conducevano a un vicino pozzo. Avvertiti i carabinieri, fu provveduto ad esplorare il pozzo e ne fu estratto un cadavere”.
Secondo pozzo
Nello stesso articolo, si fa riferimento al ritrovamento di un secondo cadavere, probabilmente di un pregiudicato da poco scarcerato:
“Un altro contadino, Francesco Agrua (o Agrusa? È plausibile che si tratti di un errore di trascrizione, NdR), veniva a denunciare di avere notato molte macchie di sangue al margine di un pozzo di sua proprietà. Sembra, dalle informazioni raccolte, che possa trattarsi del cadavere di un pregiudicato, recentemente dimesso dal carcere”.
Terzo pozzo
Infine il racconto della scena più macabra, quello del ritrovamento in un pozzo della Chiusa dei resti del cadavere di una donna smembrata:
“Gli stessi carabinieri venivano successivamente informati dal contadino Francesco Avola che in contrada Chiusa aveva notato, al margine di un pozzo, molte macchie di sangue che gli facevano ritenere l’esistenza di un cadavere in fondo allo stesso. Recatisi sul posto, i carabinieri tentavano di scendere nel pozzo con mezzi di fortuna, il che non fu né breve né facile: finalmente, dopo avere sistemato una specie di verricello alquanto stabile, si calò nel pozzo un sessantenne assai vegeto e intraprendente, mentre intorno si raccoglieva un certo numero di curiosi nonché la famiglia d’un contadino scomparso da qualche tempo.
Grande fu la sorpresa di tutti quando venne fuori, orrendamente tagliato a pezzi, il cadavere di una donna chiuso in un sacco. Il cadavere era stato sezionato con l’arte di un valente chirurgo: le gambe e le cosce erano perfettamente rase e il viso appariva sfregiato in modo da rendere assolutamente irriconoscibile quella povera testa nettamente staccata dal busto. Solo dalla lunghezza e dal colore dei capelli è stato possibile accertare che si trattava di una donna, di una giovane donna”.
Compaesano cerca informazioni
Queste le informazioni trovate finora. Nell’articolo de Il Corriere Italiano non vengono menzionati i nomi delle vittime, né altro si sa circa processi o arresti. Sono passati quasi 80 anni da quei delitti, persi nella memoria degli anni.
Compaesano intende proseguire le ricerche per scoprire l’identità delle vittime e la loro storia.
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