Un piatto di pasta per nonna Totò - Prima parte: Lettera a un soldato


Scritto da Francesco Cipriano

08 marzo 2025


La signora Salvatrice Mannino è una donna di Torretta che tutti hanno sempre chiamato Totò.

Nata nel 1929 e deceduta nel 2024 all’età di 95 anni, un anno prima della sua scomparsa ha rilasciato quest’intervista in cui ha raccontato la sua vita.

La sua storia ci offre una prospettiva preziosa: quella di una donna che ha vissuto quasi un secolo sempre nello stesso paese di provincia, con le sue regole e le sue tradizioni. Condizioni che la signora Totò ricorda senza nostalgia, mentre racconta della perdita della madre, di un’adolescenza rinchiusa in casa sotto il controllo paterno, di un fidanzamento lungo 8 anni con il suo amato Nino, del matrimonio e dei sacrifici per costruire la loro casa. E poi la morte improvvisa del marito, il lutto mai del tutto superato. Ma anche la nuova vita di nonna e bisnonna, dell’amore di figli e nipoti.

Nella prima parte dell’intervista, la signora Totò ricorda quando a 12 anni leggeva di nascosto le lettere che sua sorella scriveva a un soldato con cui era fidanzata.


Era il 1941, l’Italia era entrata nella Seconda guerra mondiale ma a Torretta si consumavano altri drammi.

Salvatrice Mannino ha 12 anni e tutti la chiamano Totò. Due anni prima la madre era morta lasciando orfane lei, la sorella, due fratelli e un marito vedovo. Il ruolo di femmina di casa - secondo le regole della cultura patriarcale del tempo - era passato alla sorella maggiore, coadiuvata da Totò. C’era da badare alle faccende domestiche, aiutare i fratelli nel commercio, cucinare per loro e per il padre.

La sorella di Totò era fidanzata con un soldato stanziato a Castellammare del Golfo. I due si scrivevano lettere, l’unico modo per restare in contatto. Ma visto che la sorella era adolescente e le era proibito uscire di casa essendo già signorina, mentre Totò era ancora una bambina, spettava a lei imbucare le lettere che la sorella scriveva al soldato. Solo che nel tragitto tra casa e le Poste, Totò apriva di nascosto la busta e ne leggeva il contenuto, scoprendo sempre nuovi particolari di quell’ amore epistolare appassionante come un feuilleton.

Un giorno il soldato scrisse alla sorella dicendo che l’avrebbe sposata. Un desiderio che però scatenò una reazione di sdegno: Totò e sua sorella, infatti, erano entrambe orfane di madre. Ed essendo Totò ancora dodicenne, era prematuro per la sorella lasciare il tetto paterno. Finché Totò non avrebbe compiuto 15 anni, il matrimonio di sua sorella era da escludersi.

La risposta fu durissima, e ottant’anni dopo quella corrispondenza d’amore che rischiò di finire, la signora Totò recita a memoria la lettera di fuoco scritta dalla sorella:

“Mio gentilissimo amico, avendo ricevuto la tua lettera non sai quanto mi hai fatto male. Tu mi dicevi che di me eri pazzo e io con la mia sincerità ti amavo pazzamente. La gente me lo diceva che tu eri un giovane lusinghiero, ma io non volevo crederlo. Ma oggi, dietro le tue prove, altro che crederlo bisogna. Solo ti dico che il patriarca San Giuseppe non vuole disprezzate le sue orfane. Mi firmo: Mannino Concettina”.

Al soldato quella lettera sarà arrivata come una cannonata, perché subito si premurò di inviare un telegramma in cui dichiarava: “Stavo scherzando!”.

Dovette venire fino a Torretta per farsi perdonare dalla futura moglie, dopo aver dato soddisfazione al suocero. E trascorso il lasso di tempo necessario, il matrimonio venne celebrato.

Ma il momento in cui la sorella convolò a nozze lasciando il tetto paterno, fu anche quello in cui Totò, che al tempo aveva 15 anni, rimase l’unica femmina di casa.

“A quindici anni sono rimasta sola a casa con tre uomini e li servivo” racconta Totò.

Spetterà a lei occuparsi delle faccende domestiche e servire il padre e i fratelli.


Guarda “Un piatto di pasta per Nonna Totò - Prima parte: Lettera a un soldato” sul canale Youtube di Compaesano



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