“Il minchione con le intercettazioni”: D’Anna commenta l’arresto dell’imprenditore Giovanni Palazzolo


Scritto da Francesco Cipriano

6 marzo 2025


Era il mese di aprile 2024 quando in un’operazione antimafia veniva arrestato l’imprenditore Giovanni Palazzolo di Carini, accusato di essere organico a Cosa Nostra e fare da tramite con il Comune. 

Un imprenditore polivalente, Palazzolo: dalla logistica con l’apertura della GLS a Carini agli investimenti immobiliari in Emilia Romagna, passando per investimenti importanti in società sportive carinesi nel cui direttivo sedevano noti mafiosi. Le intercettazioni rivelarono che lo stesso Palazzolo ammetteva di aver curato la latitanza di Salvatore e Sandro Lo Piccolo a Terrasini. E poi quell’affare che riguarda la vendita del terreno su cui è stato edificato il centro commerciale Poseidon, sui cui ci sarebbe stato una tangente destinata alla cosca mafiosa di Carini e al Comune. 

L’arresto dell’imprenditore di Carini aveva avuto delle ripercussioni anche sulle elezioni della vicina Cinisi. Al tempo infatti era appena decollata la campagna elettorale che vedeva tra i favoriti alla carica di sindaco il candidato tamajano Leonardo Biundo, genero di Palazzolo, che si era ritirato dalla competizione elettorale in seguito al clamore mediatico, anche se estraneo alla vicenda. 

A Terrasini, a due passi da Cinisi, due giorni dopo l’arresto di Palazzolo, i Carabinieri ascoltavano Salvatore D’Anna commentare quanto accaduto. 

Il 12 aprile 2024 infatti Salvatore D’Anna si trova presso il suo magazzino sulla statale 113 di Terrasini. Insieme a lui c’è il cugino, un imprenditore della zona.

Secondo quanto ha ricostruito la Procura, Salvatore D’Anna racconta al cugino di aver evitato incontri con Palazzolo in seguito alle dichiarazioni del pentito Pipitone sul conto dell'imprenditore. 

“Minchia ma tu ci credi che sono quattro anni, dico... sono quattro anni che mi vuole incontrare, che mi vuole vedere dice D’Anna.

“Chi?” chiede il cugino.

“Questo Palazzolo” risponde D’Anna  “perché è cretino, lui aveva le dichiarazioni che sono brutte… (...) di Pipitone”


Salvatore D’Anna racconta quindi di aver saputo dallo stesso Antonino Pipitone - prima che questi collaborasse con la giustizia - che la cosca e il Comune di Carini avevano intascato la loro parte nella compravendita del terreno su cui sarebbe poi stato edificato il centro commerciale Poseidon

“A me l'ha raccontato lui... il Pipitone, prima di farsi pentito... in relazione lì di... del supermercato a Carini… e si sono presi cinquecento mila euro lui e cinquecento il Comune spiega D’Anna. 

“Il Comune…” ripete il cugino. 

D’Anna allora fa una considerazione: che ad incastrare Palazzolo, fino a quel momento, vi erano solo le dichiarazioni dei pentiti. Ma ora Palazzolo era stato intercettato mentre commentava la vicenda. 

“E fino a lì erano le dichiarazioni di un pentito e non lo arrestavano…” dice D’Anna di Palazzolo, aggiungendo:

“Il minchione con le intercettazioni gli ha dato conferma…”.

“E certo hanno raccontato tutte cose, “e iddu chistu è”... hai capito? Bisogna stare attenti quando parli, pure solo!” gli risponde il cugino. 

A questo punto Salvatore D’Anna sembrerebbe commettere un passo falso, perché dopo aver chiamato Palazzolo un cretino e un minchione per essersi tradito con le intercettazione, commette esattamente lo stesso sbaglio. 

Scrive la Procura di Palermo

Dopodiché, D’ANNA Salvatore si lasciava andare ad un’affermazione dall’evidente portata autoaccusatoria.

Egli, difatti, affermava che, nel corso dei tre processi penali affrontati, dai quali, come sopra visto, era stato sempre mandato assolto, non era mai stata acquisita una intercettazione a suo carico.

Anche con riferimento a detta affermazione, dunque, spiccava un dato di rilievo. Nei tre precedenti processi in cui D’ANNA era stato imputato del reato di associazione di tipo mafioso, le prove dell’accusa si erano sempre basate sulle dichiarazioni di collaboratori di Giustizia, poi ritenute sempre non sufficientemente riscontrate all’esito del giudizio.


Ecco il finale del dialogo:

“Tu ci credi che io mi sono fatto tre processi e un'intercettazione…non l'hanno avuta mai...con tre processi fatti!?” dice Salvatore D’Anna soddisfatto. 

“Bravo” si complimenta il cugino. 

Meno di un anno dopo, Salvatore D’Anna verrà arrestato nel corso della maxi operazione dei Carabinieri che ha portato in carcere 181 persone. Contro di lui vi sono svariate intercettazioni che secondo gli inquirenti lo collocano al vertice della famiglia mafiosa di Terrasini. 

Questa volta il “minchione con le intercettazioni” sembrerebbe essere lui.


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